E'
l'aggettivo
che ben si
addice a
questo ponte
che collega
le due rive
del Piave a
Belluno.
Fu costruito
in cemento
armato con
una sola
campata per
evitare che
i tronchi
d'albero
portati
dalle piene
potessero
travolgerne
i piloni.
Fu aperto al
traffico
nell'ottobre
del 1926
dopo 4 anni
di lavoro.
Sulle spalle
figurano
quattro
Leoni
Marciani “in
moeca” e
sono
impressi i
versi della
Canzone,
scritta da
Alberto
Mario, “La
Leggenda del
Piave”,
quella che
recita:
“Il Piave
mormorò, non
passa lo
straniero”.
Le
decorazioni
in
calcestruzzo
sono state
disegnate in
stile
Liberty
dall'architetto
bellunese
Riccardo
Alfaré,
molto attivo
nel centro
storico
della sua
città.
Due note sul
progettista
del ponte,
Eugenio
Miozzi, una
grande firma
dell'ingegneria
del
ventesimo
secolo; ha
al suo
attivo una
lunga serie
di opere fra
le quali tre
importanti
ponti a
Venezia: il
Ponte degli
Scalzi
(davanti
alla
stazione
ferroviaria),
quello
dell'Accademia
e
soprattutto
il ponte
della
Libertà (ex
del
Littorio)
che collega
Venezia alla
terraferma
(lungo 4 km
e costruito
in soli 18
mesi!).
In pratica
se si va a
Venezia è
ben
difficile
non
utilizzare
almeno un
ponte da lui
firmato...